Lo spazio perimetrale, pausato dall'apertura delle porte e delle finestre, appare ulteriormente frazionato dai dipinti architettonici di lesene, pilastri, incorniciature e zoccolature. Alcuni settori si presentano lacunosi rendendo problematica la lettura dell'assetto originario. Prevale entro le specchiature l'ornato ad imitazione del cuoio impresso e con borchiature in oro confacente ad ospitare i ritratti di ex convittori divenuti cardinali. Il resto della superficie parietale appare invece occupato da sfondati prospettici che dilatano illusionisticamente lo spazio e da temi con rimandi specifici all'attività didattica. In tale ottica si contraddistingue la pittura delle due finestre semiaperte collocate nella parete di ingresso, in perfetta corrispondenza con quelle vere e proprie che si affacciano sulla via Emilia. Quella a destra mostra un orologio da tavolo posto obliquamente sul davanzale e file di libri nelle scaffalature parzialmente coperte da un ricco tendaggio. Una mensola con altri volumi, uno dei quali di contenuto teologico, è raffigurata nell'angolo immediatamente attiguo. L'altra veduta, aperta su un edificio a colonnati e su una finestrella superiore che lascia intravedere torri merlate, è dominata da un grande stendardo teso sulla balaustra. Altri dettagli decorativi si ritrovano nella fascia dello zoccolo arricchita da pouf, mentre strumenti a corda e a fiato e spartiti musicali sono posti all'angolo orientale. Sono evocate due discipline, come la musica e il ballo, che facevano parte del curricolo formativo dei giovani aristocratici.