Fedeli Bartolomeo [Rettore]
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Modena, 1644-1722

La biografia dei suoi primi anni di studio è piuttosto incerta: nato probabilmente a Modena, svolse la prima formazione culturale presso un ordine religioso, forse quello dei gesuiti, perché ne entrò a far parte. Si discostò dalla Compagnia gesuitica per diventare prete della Congregazione di San Carlo. L'esatta cronologia degli eventi non è conosciuta. Fedeli figura come insegnante dello Studio Pubblico modenese già dal 1682 come lettore di logica, fisica e metafisica (dal 1682-83 al 1690-1691). Raggiunse probabilmente un prestigio particolare come professore, poiché nel 1690 fu chiamato per ricoprire la carica di Rettore del Collegio, dopo la morte del predecessore Francesco Baldi. Il suo rettorato durò circa trent'anni, dal 1690 al 1722. Durante questo lungo periodo istituì un'accademia privata di armi e lettere per sviluppare nei discepoli lo spirito di emulazione, rivolse grande attenzione al potenziamento materiale del Collegio stesso, acquisendo ulteriori spazi ed avviando opere di abbellimento. Fece costruire una camerata per gli studenti e realizzare le pitture architettoniche della galleria da Spaggiari e Consetti . e fece costruire la cappella con dipinti del Consetti. Tentò poi di difendere l'autonomia amministrativa ed economica del collegio, ma non riuscì a sottrarlo totalmente alla supervisione della Congregazione. Riuscì, però, a ristabilire le finanze del Collegio grazie ad una capillare opera di recupero dei crediti che vantava la Congregazione, attività che lo obbligò a diversi spostamenti in tutta Europa. Durante il suo rettorato il Collegio superò due momenti particolarmente difficili: l'occupazione francese di Modena nel 1702, che portò ad una drastica riduzione degli allievi iscritti, e l'epidemia di vaiolo del 1710. Oltre che per il suo operato in seno al Collegio di S. Carlo, Fedeli godette di grande stima come studioso. Partecipò alla vita letteraria contemporanea come amico di filosofi e scienziati. Nel 1720, il duca Rinaldo indusse Fedeli a ritirarsi dall'incarico di rettore, a causa delle sue precarie condizioni fisiche.