Pindemonte Giovanni [Collegiale]
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Verona, 1751-1812

Figlio del marchese Luigi Pindemonte e della duchessa Maffei, incominciò molto giovane a comporre versi e si era già distinto per la facilità nello scrivere nel Collegio San Carlo in cui entrò nel 1765. Terminati gli anni di studio a Modena, rientrò a Verona, per trasferirsi poi a Venezia, ove fu ascritto al ceto nobile e poi nominato membro del Gran Consiglio. Amante del teatro, compose una tragedia, I Baccanali di Roma, con cui ottenne un certo successo. Nel 1788 fu eletto podestà di Vicenza dal Senato Veneto. A seguito di una denuncia per sospetto adulterio, venne condannato a otto mesi di reclusione, durante i quali tradusse in terza rima il poemetto di Ovidio I Rimedi di Amore, pubblicati dopo la scarcerazione. Trasferitosi a Parigi subì un processo per complicità in una congiura contro Bonaparte. Per mancanza di prove fu liberato e poco dopo divenne consigliere di Stato della Repubblica Cisalpina. In tutto compose dieci tragedie che furono pubblicate a Milano nel 1804. Tra le migliori figurano Il Salto di Leucade, I Coloni di Candia, Elena e Gerardo, Ginevra di Scozia.