Formatosi al collegio San Carlo di Modena, studiò con grande impegno soprattutto le scienze matematiche. Durante i difficili anni della Repubblica genovese ricoprì diverse cariche dando prova di fermezza e prudenza, nonostante la giovane età. Bonaparte, non appena ebbe aggregato la Liguria all'impero francese, gli affidò la presidenza della nuova Municipalità Genovese, sebbene Pareto si fosse dimostrato contrario a tale unione. Tentò comunque di apportare benessere materiale e morale alla città. Operò con lo stesso zelo in occasione dell'assedio di Genova da parte dell'esercito austro-russo nel 1814: grazie a trattative private con il generale nemico riuscì ad ottenere patti meno duri per la resa. Continuò a perorare la causa della sua città anche quando fu inviato dal nuovo Governo provvisorio presso le corti di Parigi e Londra. Rientrato in patria, passò l'ultimo periodo della sua vita in maniera ritirata.